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Bari: partorisce a 12 anni

Bari: partorisce a 12 anni
Autore: Anna Lisa Minutillo - Redazione Cronaca
Data: 24/11/2016

Diventare madre a soli 12 anni un’esperienza che forse a quella età non si è ancora in grado di comprendere bene e che vede anche la stessa struttura fisica non idonea ad accogliere al suo interno un bambino perché non ancora totalmente sviluppata. La ragazzina ha infatti partorito tramite parto cesareo in una clinica privata del barese un bimbo del peso di 3 kg. Sulla vicenda non ci sono altri dettagli, tranne la giovane età del papà del bambino che parrebbe avere 14 anni ed il ginecologo che ha effettuato il parto sarebbe un anti abortista. Ironia della sorte, anche se non c’è realmente molto da ridere , questa vicenda viene a galla nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza.

Dell’ accaduto è stato informato anche il Tribunale per i minorenni che interverrà per garantire la tutela del neonato e dei due ragazzini che frequentano ancora la scuola media e provengono da due famiglie senza problemi di carattere sociale o economico. Questa vicenda non sembrerebbe nascere da una situazione di degrado, ma forse una condizione economica e culturale stabile non aiuta a ricevere l’attenzione che ai figli andrebbe sempre prestata. Le famiglie dei due ragazzini hanno deciso di tenere il bambino.

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione denuncia la scarsa informazione in materia di educazione sessuale e dichiara: “Queste notizie ci devono fare allargare lo sguardo a quello che sta accadendo attorno a noi. I ragazzini hanno esperienze sessuali sempre più precoci e di conseguenza assistiamo a gravidanze più precoci. Esiste una esposizione al rischio un po’ più diffusa.

A noi fa comodo immaginare che queste esperienze tocchino contesti sociali un po’ più deprivati. Ma le carenze di tipo educativo sulla sessualità sono ormai piuttosto diffuse tra le varie fasce sociali” Si consuma il sesso in modo precoce esattamente come accade per tante altre cose, adolescenti che “giocano” a comportarsi come gli adulti sempre prima, che iniziano a fumare, a frequentare locali , ad uscire di sera , senza rendersi conto che il compito di genitore è un ruolo che non va affatto confuso con un gioco perché non si smette mai di essere genitori esattamente così come non si smette mai di essere figli. Forse si è corso davvero troppo, forse si è dimenticato il gusto di mordere la vita rispettandone la tempistica, forse anche l’ambiente che ci circonda non insegna a fare un passo indietro ma ritiene “sfigate” le persone che si prendono i loro tempi. Non è importante puntare sul caso in questione, tanti casi simili spesso terminano con l’interruzione della gravidanza ed è per questo motivo che non se ne parla.

Manca l’educazione sessuale se si pensa che molti dei rapporti avvengono in giovane età , senza essere  protetti ed  interessando una percentuale elevata tra gli studenti. Elevato anche il numero dei giovani che solo il giorno dopo aver vissuto questa esperienza se ne pente,  perché non in grado di comprenderla forse, oppure solo perché la stessa ha deluso quelle che erano le sue  aspettative.

I ragazzi a modo loro lanciano segnali, ed è un modo questo per chiedere aiuto, un modo per denunciare qualcosa che non va, un modo per trovare un posto nel mondo illudendosi che lo si possa trovare giocando a ricoprire un ruolo , senza pensare che quel ruolo dopo bisogna andare avanti ad interpretarlo per il resto della vita.
Smania di crescere, di stordirsi, di cucirsi addosso una dimensione di vita che poco ha a che fare con quella che è la vita reale, un mondo dove conti se riesci a superare gli ostacoli velocemente, un mondo dove infrangere le regole porta a perdere se stessi, un mondo dove avere conta più che essere.

Forse questi ragazzi si sentono solo soli, abbandonati,  da chi a volte non c’è perché preso magari tra lavoro ed andamento della famiglia da gestire, nei casi più fortunati.
In altri casi c’è solo il bilancio da far quadrare, il lavoro da cercare e la famiglia da gestire ed in quel caso essere presenti diventa ancora più complesso.
E poi ci sono i genitori “bambini”,  quelli mai cresciuti, quelli che per non avere seccature, discussioni, per non metterci il giusto impegno lasciano liberi e accontentano i figli in tutte le loro richieste, dal telefonino, alla libera uscita,  dalle vacanze, alla discoteca,  perdendo così di vista che tutte queste cose , questi stimoli esterni poco hanno a che fare con ciò che davvero la famiglia dovrebbe rappresentare e non sono sufficienti a riempire con il calore e l’affetto i consigli che mancano, l’attenzione che si è persa, l’ascolto e la condivisione che non si ritrova di certo intorno ad un tavolo in cui si consumano pasti frugali tra telefono e televisore accesi e sempre presenti.


La scuola fornisce nozioni, da la preparazione,  un luogo in cui si parla di ogni cosa ma dove mancano forse delle lezioni che si basino sulle relazioni interpersonali perché siamo moderni si ma parlare di sesso ci fa sprofondare ancora,  ci crea imbarazzo,  ci si vergogna del sesso “parlato” molto più che di quello praticato e i nostri giovani andrebbero maggiormente seguiti anche in questa materia.

Si è dimenticato il valore degli abbracci che poi si vanno a cercare tra le braccia che a loro volta avrebbero bisogno dello stesso conforto, fingendo che il mondo intorno non esista più e tornando con i piedi per terra quando si viene catapultati nel ricoprire ruoli per cui non si è ancora preparati. Fare il genitore non è semplice e quando accade ad un’età cosi giovane lo è ancora meno.

Assurdamente chi non ha ricevuto attenzione si ritrova a dover donare amore, facendosi carico di tante complicazioni da mettere in conto e sacrificando così una parte della loro vita futura , dagli studi alla ricerca di lavoro, dai viaggi allo sport, il tutto per dedicarsi alla nuova vita che non ha e non deve avere colpa per esserci,  per essere nato .

Una società che ha cambiato i riferimenti, che giudica velocemente, che si ritiene all’avanguardia ma non approfondisce mai, che prepara persone che non vogliono essere preparate e si dimentica di chi ha già tutto e si ritrova a vivere esperienze forti per solitudine oppure per noia che in età così giovane non dovrebbe essere presente nella vita di chi dal mondo e del mondo dovrebbe essere entusiasta.

Un genitore dovrebbe essere un amico ma non dovrebbe dimenticare mai di essere anche genitore,  insegnare e dimostrare con i fatti,  essere presente non solo per accontentare ma per dare risposte alle domande a cui troppe volte le risposte vengono date da persone che sono lontane dalla famiglia.

Potremmo continuare a porci domande, ad analizzare tanti aspetti ma la cosa importante e da non dimenticare mai è quella di non dare per scontato di essere sempre pronti ed all’altezza solo per non sentirsi inferiori agli altri, occuparsi di una nuova vita è un gesto che va oltre a tutte le domande e le supposizioni,   un gesto di valore che non deve essere giudicato e che sarebbe meglio avvenisse quando realmente desiderato e non per distrazione, o per dimostrazione di essere ciò che a 12 anni non si può ancora essere e che forse non si sarà mai.




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